Società

Contro la Tav, ma solidarietà incondizionata a Esposito

esposito

“E’ inaccettabile, e richiede la massima vigilanza e la condanna più ferma, che qualcuno continui a trasformare la legittima battaglia contro le opere inutili o dannose come la To-Lione in una sequela di atti teppistici di cui ultimo esempio è l’ennesima intimidazione nei confronti di Stefano Esposito”.

E’ quanto dichiarano Roberto Della Seta e Beppe Gamba, tra i fondatori del movimento “Green Italia”.

“Riteniamo che il tunnel Tav in Val di Susa sia una scelta sbagliata, una sottrazione di risorse a ben più utili e urgenti impieghi come il trasporto pubblico locale, la manutenzione del territorio e tanti altri molto più importanti sotto il profilo dell’utilità pubblica e dell’occupazione. Ma prima ancora siamo affezionati all’idea che di un tema come questo si possa discutere, anche da posizioni lontane, in modo civile e democratico, respingendo i ricorrenti tentativi di creare intorno all’oppisizione sacroanta contro la Torino-Lione un clima di violenza e intimidazione. Continueremo ad impegnarci per fermare un’opera che giudichiamo inutile e dannosa, oggi manifestiamo a Stefano Esposito la nostra piena e incondizionata solidarietà di fronte all’atto di violenza vigliacca di cui è stato vittima”.

Caro Emiliani, sui parchi sbagli

gransasso3

Il giornalista e scrittore Vittorio Emiliani qualche giorno fa ha firmato sulle pagine dell’Unità l’articolo “Più speculazione e meno vincoli. Parchi minacciati”, presentato come un’attenta inchiesta mentre è invece ricco di opinioni, che sono ovviamente legittime, ma rimangono opinioni, non suffragate da dati di fatto. Questo avviene su vari argomenti, ad esempio, a proposito dei sindaci, della caccia, degli agricoltori, delle cave, delle miniere.

Questa la  risposta mia e di Francesco Ferrante pubblicata sull’Unità di oggi.

Caro direttore,

su l’Unità del 14 dicembre Vittorio Emiliani ci rende l’onore di una citazione personale in quanto ispiratori, nel Senato della scorsa legislatura, di alcune proposte di modifica della Legge quadro sui parchi che secondo lui miravano ad indebolire le tutele naturalistiche sui parchi italiani.

La discussione, anche il confronto tra punti di vista diversi, non ci preoccupano, solo ci sarebbe piaciuto, proprio ai fini di un utile contraddittorio, che prima di lanciare accuse così severe Emiliani avesse dato un’occhiata sia pure rapida ai contenuti delle nostre proposte. Avrebbe scoperto, per esempio, che non chiedevamo affatto di delegare alle associazioni ambientaliste, come lui scrive, la nomina di metà dei componenti dei consigli direttivi dei parchi nazionali: nell’articolato approvato dalla Commissione Ambiente del Senato nel dicembre 2012 si prevede infatti che solo un membro su 8 dei consigli direttivi, o per i parchi più grandi due su dieci, siano indicati dalle associazioni (oggi sono per tutti i parchi nazionali due su dodici); avrebbe scoperto, ancora, che tra le modifiche da noi proposte alla Legge quadro del 1991 ve n’era una  che tendeva a rafforzare il potere di nomina dei presidenti di parco nazionale in capo al Ministro dell’Ambiente, così da superare l’attuale diarchia Stato/Regioni che in assenza d’intesa porta al commissariamento e dunque alla paralisi degli enti parco; infine avrebbe scoperto che non solo quel disegno di legge non attenuava in nulla i vincoli sulla caccia nei parchi, ma inseriva per la prima volta nella legge quadro un divieto esplicito a cacciare nelle aree protette. Read More…

Sindaco Marino, per favore resti un marziano!

marino_bici

Articolo di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante su Huffington Post

Come “Un marziano a Roma” del racconto di Ennio Flaiano – il “signor Kunt” che atterrato col suo disco volante dentro Villa Borghese diventa subito una celebrità e viene ricevuto con ogni onore dai potenti – anche Ignazio Marino è un marziano: diventato sindaco a giugno scorso quasi doppiando nel ballottaggio elettorale il suo fallimentare predecessore Alemanno (64 a 36), è primo cittadino di Roma da cinque mesi ma per ora continua a muoversi da extraterrestre.

Marino non è un “indigeno”, forse pure per questo ignora i riti, i riflessi pavloviani, le abitudini (quasi tutte cattive) della politica capitolina: letteralmente li ignora, nel senso che prima non li conosceva e ora fa come se non ci fossero.

Un primo rito ignorato o almeno contestato dal sindaco, vero stigma dell’agire pubblico non solo romano ma decisamente nazionale, è il modello relazionale come criterio di scelta delle persone cui affidare ruoli di responsabilità amministrativa. La “rivoluzione del curriculum” annunciata e in qualche caso già praticata da Marino, l’idea – per l’Italia davvero marziana – di nominare “per merito”, negano decenni di cooptazioni su base relazionale: ti scelgo per un incarico importante non perché sei bravo – magari sei pure bravo ma non c’entra… -, ti nomino per ricambiare un tuo favore (tu mi hai appoggiato, io ora mi sdebito) o perché sei mio amico o amico di qualche mio amico. Per carità, non sarà una rivoluzione semplice e probabilmente non potrà essere completa: ma iniziarla è già un terremoto.

Clicca e continua a leggere su Huffington Post 

1 6 7 8 9 10 12  Scroll to top