Destra

La “trovata” del Governo dopo la sentenza Eternit: non punibili i reati ambientali

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Articolo su Huffington Post – Sembra una brutta barzelletta ma è pura, desolante realtà. All’indomani della sentenza Eternit che ha dichiarato non punibile per prescrizione dei termini il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, capo della multinazionale che per decenni ha seminato amianto e morte a Casale Monferrato, e dopo una mitragliata di dichiarazioni indignate di ministri e politici, Renzi in testa, che promettevano immediati interventi legislativi per colpire con più severità i crimini di chi avvelena ambiente e salute, il governo qualche giorno fa ha approvato un decreto legislativo che depenalizza i pochi reati ambientali presenti nel codice penale: dall’abuso edilizio all’avvelenamento del suolo e del sottosuolo, dall’incendio di rifiuti agli scarichi industriali non autorizzati. Per diventare legge dello Stato le nuove norme non dovranno nemmeno passare per il sì del Parlamento: sono infatti l’attuazione di una legge delega, e per questo su di esse Camera e Senato potranno esprimere nulla più di un parere consultivo e non vincolante.

Così, l’articolo 1 (comma 2) del decreto legislativo stabilisce che “nei reati per i quali è prevista la pena della reclusione (…) non superiore nel massimo a cinque anni, (…) la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta o per l’esiguità del danno o del pericolo, l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale”. Come dire: se non sei un delinquente abituale e se con la tua condotta illegale non stai mettendo a ferro e fuoco l’intero pianeta, allora puoi tranquillamente costruire senza licenza e in un’area non edificabile, incendiare i rifiuti, scaricare veleni industriali in un fiume o in una falda oppure nasconderli sotto terra. Read More…

Matteo, passa da noi sabato se vuoi diventare come Obama

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Articolo su Huffington Post scritto con Francesco Ferrante

– Caro Matteo, non siamo tra quelli che si indignano per il tuo linguaggio politico inedito e un po’ anarchico, per le tue mani in tasca mentre parli in Senato, per le tue battute “ad personam“. In Italia per come è messa la politica, per come ha sceso fino agli ultimi gradini della reputazione pubblica, chi vuole cambiare davvero non può non cominciare mostrandosi diverso, alieno anche nei dettagli, nell’imballaggio.

Invece ci preoccupa che presentando il tuo governo, davanti al Parlamento come davanti alle centinaia di migliaia di tuoi follower su Twitter, tu finora ti sia dimenticato di una questione che è centrale nel discorso pubblico di tutti i grandi innovatori a cominciare dal prototipo Barack Obama: la crisi ecologica come paradigma dei nostri problemi, italiani e globali; e l’ecologia come paradigma di soluzioni che guardino al futuro anziché alle vecchie ricette del Novecento. Questo silenzio ci inquieta persino di più del fatto che tu abbia nominato ministro dell’ambiente una persona rispettabilissima ma messa lì per caso, per assegnare l’ultimo strapuntino rimasto libero. Vuoi somigliare a Obama? Passa all’assemblea di sabato 1° marzo (al Teatro Quirinetta di Roma) dove nasce “Green Italia”: troverai buoni spunti!

La crisi ecologica – che significa nel mondo la minaccia dei cambiamenti climatici e in Italia emergenze altrettanto drammatiche dall’Ilva di Taranto alla “terra dei fuochi” – è uno dei segni che rendono inedita e davvero “epocale” la stessa crisi economica di questi anni. Le due crisi vanno affrontate insieme: si esce dalla seconda solo aggredendo anche la prima, solo mettendo al centro dell’idea di futuro quel nuovo orizzonte politico che prende il nome di “green new deal”. Read More…

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