TAV

Contro la Tav, ma solidarietà incondizionata a Esposito

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“E’ inaccettabile, e richiede la massima vigilanza e la condanna più ferma, che qualcuno continui a trasformare la legittima battaglia contro le opere inutili o dannose come la To-Lione in una sequela di atti teppistici di cui ultimo esempio è l’ennesima intimidazione nei confronti di Stefano Esposito”.

E’ quanto dichiarano Roberto Della Seta e Beppe Gamba, tra i fondatori del movimento “Green Italia”.

“Riteniamo che il tunnel Tav in Val di Susa sia una scelta sbagliata, una sottrazione di risorse a ben più utili e urgenti impieghi come il trasporto pubblico locale, la manutenzione del territorio e tanti altri molto più importanti sotto il profilo dell’utilità pubblica e dell’occupazione. Ma prima ancora siamo affezionati all’idea che di un tema come questo si possa discutere, anche da posizioni lontane, in modo civile e democratico, respingendo i ricorrenti tentativi di creare intorno all’oppisizione sacroanta contro la Torino-Lione un clima di violenza e intimidazione. Continueremo ad impegnarci per fermare un’opera che giudichiamo inutile e dannosa, oggi manifestiamo a Stefano Esposito la nostra piena e incondizionata solidarietà di fronte all’atto di violenza vigliacca di cui è stato vittima”.

Giornalismo e «disinformazia» sulla Torino-Lione

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Articolo di Roberto Della Seta, Monica Frassoni, Beppe Gamba sul “Manifesto” – 6 novembre 2013

Nella «guerra fredda» che si com­batte da oltre un decen­nio sul pro­getto Tav Torino-Lione, l’informazione ha sem­pre gio­cato un ruolo rile­vante. Così sul fronte del movi­mento no-Tav, spe­cia­liz­za­tosi in uno sforzo costante di «contro-informazione», e così dalla parte dei soste­ni­tori dell’opera, che deci­sa­mente più rap­pre­sen­tati e influenti nelle cabine di comando dei grandi media fanno spesso ricorso agli stru­menti clas­sici della «disin­for­ma­zia». È un esem­pio di disin­for­ma­zione la pagina uscita su la Repub­blica di alcuni giorni fa a firma di Paolo Gri­seri. L’articolo parte dalla seguente domanda reto­rica: per­ché men­tre in Pie­monte la fer­ro­via che buca la mon­ta­gna è vista da molti come un disa­stro per l’ambiente e come un immenso spreco di denaro pub­blico, in Sviz­zera invece il nuovo tun­nel fer­ro­via­rio del Got­tardo – ana­logo per lun­ghezza e per costo — è stato accolto da tutti, Verdi ed eco­lo­gi­sti in testa, come un’opera «sal­vi­fica»? Domanda reto­rica per­ché per Gri­seri la rispo­sta è scon­tata: la sola dif­fe­renza tra le due vicende sta nel fatto che l’Italia è il Paese del Nimby, del loca­li­smo, del par­ti­co­la­ri­smo, della con­ser­va­zione, e invece in Sviz­zera ogni cit­ta­dino, gruppo, comi­tato sa rico­no­scere e far pre­va­lere l’interesse gene­rale e le esi­genze del pro­gresso.

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Tav, ci mancava il nostalgico De Luca

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Articolo sul Fatto Quotidiano

Ci mancavano le amenità “anarco-movimentiste” di Erii De Luca, inframmezzate dall’abbraccio mortale ai no-Tav dei brigatisti in carcere e dal criminale pacco-bomba spedito a un giornalista torinese della Stampa, per cancellare del tutto ogni traccia residua di razionalità e di confronto nel merito dal dibattito pro e contro la Torino – Lione.

Non bastavano le falangi contrapposte  e ugualmente ottuse dei si-Tav e dei no-Tavv, capeggiate dagli Esposito e dai Perino che sulle rispettive, più o meno disinteressate ideologie hanno costruito grande visibilità, e nel caso di Esposito, discreta carriera.

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