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Le grandi navi possono entrare a Venezia?

Bruxelles – L’Eurodeputata S&D Elly Schlein ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione europea sulla proposta avanzata dall’Autorità Portuale di consentire l’accesso alle navi da crociera nella Laguna di Venezia attraverso lo scavo del Canale di Contorta-Sant’Angelo.

Si tratta di  una via d’acqua lunga 5 chilometri, larga 100 metri e profonda 5 metri che “determinerebbe alterazioni irreversibili nell’ecosistema lagunare”. L’area interessata, infatti, fa parte della Rete Natura 2000 con due Siti di Interesse Comunitario (“Laguna medio-inferiore di Venezia” e “Laguna superiore di Venezia”) e una Zona di Protezione Speciale (“Laguna di Venezia”).”

“Seguo da tempo, con preoccupazione, le vicende che riguardano il Canale di Contorta -ha dichiarato Elly Schlein- per questo motivo confrontandomi con Roberto Della Seta di Green Italia, abbiamo elaborato un’interrogazione urgente in cui chiedo alla Commissione europea in che modo intenda garantire la salvaguardia dei siti della Laguna di Venezia compresi nella Rete Natura 2000, che verrebbero gravemente compromessi dalla scavo. Molti cittadini e associazioni si sono mobilitate da tempo e contro il progetto si sono espressi anche l’ISPRA e i Comuni di Venezia e di Mira”.

Il testo dell’interrogazione è stato presentato, ieri sera, dallo stesso Roberto Della Seta in occasione di un’iniziativa a Marghera su temi ambientali insieme a Felice Casson, candidato sindaco di Venezia, da sempre in prima linea in questa battaglia.

La Corte Costituzionale decida sulla legge elettorale prima del voto

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“Una decisione importante, finalmente la Corte Costituzionale potrà pronunciarsi sulla legittimità della soglia del 4% per eleggere deputati al Parlamento europeo. Uno sbarramento che già in Germania è stato dichiarato illegittimo e azzerato. Ora è importante che i Giudici della Consulta decidano prima del voto, per dare certezze agli elettori e, noi confidiamo, per affermare il principio che il principio della rappresentanza è intoccabile”.

Lo dichiarano Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, cofondatori di “Green Italia” e candidati nella lista “Green Italia Verdi Europei”, commentando la decisione del Tribunale di Venezia di rivolgersi alla Consulta per dirimere una volta per tutte la questione della legittimità costituzionale della soglia che impedisce a liste che abbiano superato il quorum necessario per eleggere almeno un deputato europeo ma che non raggiungono il 4% dei voti di portare loro rappresentanti nel Parlamento di Bruxelles.

“Grazie all’impegno dei nostri avvocati – continuano gli esponenti ecologisti –  che stanno operando in stretta collaborazione con l’avvocato Besostri giù autore dei ricorsi che hanno determinato la bocciatura del ‘porcellum’, è finalmente possibile per la Consulta dire una parola definitiva su questo tema. In gioco non c’è tanto il successo di questa o questa lista, ma un bene infinitamente più prezioso: il principio per cui i Parlamenti sono il luogo della rappresentanza, tanto più intangibile nell’elezione di un Parlamento come quello europeo che non deve esprimere una maggioranza di governo e dunque non è chiamato a soddisfare esigenze di ‘governabilità’. In Germania la Corte costituzionale è già intervenuta per cancellare la soglia, ora il nostro appello ai Giudici della Consulta è che decidano prima del voto del 25 maggio, per evitare l’inizio di un contenzioso sull’attribuzione dei seggi che toglierebbe certezza anche agli elettori”.

La lezione della Costa Concordia: via i grattacieli del mare dalla laguna di Venezia

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Post di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante su Huffington Post

– Una tragedia, una bella figura, un problema generale. Sono i tre volti del caso-Concordia, tutti e tre ben visibili e tutti e tre da tenere a mente.

Il secondo aspetto è quello oggi più attuale: fra una manciata di ore comincerà davanti all’isola del Giglio, sotto il controllo della Protezione Civile, il “parbuckling” del relitto della Concordia. Si cercherà cioè di riportare in posizione verticale le oltre 100 mila tonnellate della Costa Concordia, passaggio preliminare e decisivo per il trasferimento della nave verso il porto di “smaltimento”.

Si tratta, come ha detto il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, di un’operazione di enorme complessità tecnica e mai tentata prima. Non c’è dunque che da incrociare le dita, osservando come ancora una volta si dimostri che la Protezione Civile italiana, quando si occupa non di G8 o di mondiali di ciclismo ma dei suoi compiti istituzionali, è un fiore all’occhiello del nostro Paese.

L’attesa per il “parbuckling”, i complimenti a Gabrielli, naturalmente non possono e non devono cancellare il ricordo di quanto accadde il 12 gennaio 2012: 30 persone morirono in un incredibile naufragio avvenuto col mare quasi piatto e a poche decine di metri dalla costa del Giglio. Morirono per il comportamento vigliacco e irresponsabile di un capitano senza onore, ma quella tragedia nasce anche da più lontano: da regole e consuetudini più o meno scritte della navigazione commerciale che troppo spesso privilegiano l’interesse privato di armatori e grandi flotte rispetto alla sicurezza di chi naviga e dell’ambiente.

Questo vale, per esempio, per le centinaia di petroliere e di cargo vecchi di decenni e privi di adeguati sistemi di sicurezza che in assenza di controlli efficaci continuano a solcare il Mediterraneo malgrado siano, per le normative europee, fuorilegge. E questo vale per le grandi navi da crociera che nella laguna di Venezia arrivano a sfiorare la cupola di San Marco.

Ecco il terzo volto del caso Concordia, che stabilisce un legame assai concreto tra quanto succede da quasi due anni davanti al Giglio e quanto accade più o meno tutti i giorni a Venezia. Nemmeno a questo è servita la catastrofe della Costa Concordia: a far decidere, come vuole il buonsenso e come chiedono in tanti, che una delle città più preziose e più delicate del mondo sia tenuta al riparo dall’assalto quotidiano – inquinante e pericoloso – di immensi “grattacieli del mare”, alti più del doppio del Palazzo Ducale.

Questa scelta è impedita dalla resistenza di una lobby influente – guidata dal presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa – che evidentemente antepone le pretese delle compagnie crocieristiche alla difesa dell’interesse generale di Venezia e dei veneziani: resistenza, così pare, persino più dura da sconfiggere di quella opposta dalle 114 mila tonnellate semisommerse della Concordia.

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