La Costituzione ridotta a papocchio tra Renzi e Bersani

Camera dei Deputati. Pier Luigi Bersani torna in aula dopo la lunga malattia

Articolo su Huffington Post – 

Dal dramma, lo stesso mille volte annunciato e mai consumato, della lacerazione del Pd, alla farsa del papocchio tra Renzi e Bersani. Si può sintetizzare così la fine- così pare – dell’estenuante tira-e-molla tra maggioranza e minoranza Pd sull’ormai celeberrimo articolo 2 della riforma costituzionale, quello che fissa i criteri di elezione dei nuovi senatori.

Dopo mesi di avvertimenti minacciosi da una parte e dall’altra – i bersaniani che strepitavano: “Sui princìpi costituzionali non si tratta”; i renziani che reagivano: “Avete perso il congresso, arrendetevi” -, alla fine ha prevalso il più classico dei “volemose bene”. Peccato che a farne le spese sia la Carta costituzionale, nella quale – in base all’emendamento concordato tra maggioranza e minoranza Pd – starà scritto che i nuovi senatori saranno individuati “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge”.

Insomma, d’ora in avanti non avremo un Senato né eletto dal popolo né nominato dalle Regioni, ma così così. Ognuna delle parti in commedia – mai metafora fu più calzante – potranno rivendicare di avere vinto: i renziani diranno, già dicono, che resta fermo il principio che ad eleggere i senatori saranno i consigli regionali, i bersaniani canteranno vittoria per avere ottenuto un riferimento esplicito alle “scelte espresse dagli elettori”.

Tutto si poteva fare per superare, obiettivo sacrosanto, il bicameralismo paritario: abolire il Senato, che non esiste in molti Paesi democraticissimi; oppure trasformarlo in Camera federale com’è in Germania (dove i senatori rappresentano i governi dei länder) o in Camera espressione delle autonomie locali com’è in Francia (dove i senatori sono eletti da una platea di 150 mila tra sindaci, consiglieri dipartimentali, consiglieri regionali) o ancora in Camera di controllo e garanzia eletta a suffragio universale com’è in Spagna. No, la coppia d’assalto Renzi-Bersani non si è accontentata di riciclare ricette altrui: ha preferito creare dal nulla questo Senato-ircocervo che a seconda di come si guarda e di chi lo guarda cambia natura.

Di chi la colpa maggiore per questo indecente “papocchio”? Di entrambi i contraenti, certo, anche se la figura più ridicola sembra toccare alla cosiddetta sinistra Pd. Renzi almeno ha le idee chiare, a lui – l’ha detto più volte – di com’è scritta la nuova Costituzione interessa poco. Invece i “sinistri” Pd sembrano sempre più “embedded”: non sanno cosa vogliono, dove vogliono andare e vivono beati in questa ormai pluriennale incoscienza.

 

Roberto Della Seta

Francesco Ferrante

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