La Casa Bianca intensifica pressing sul Senato per l’ok alla legge sul clima

(AGI) – Houston, 27 ott. – A poco più di un mese dal vertice mondiale di Copenaghen, si e’ intensificato il pressing della Casa Bianca sul Senato Usa affinché dia il via libera alla legge sul clima. “Fissando un tetto sulle emissioni si riuscirebbe a dare all’industria dell’energia quella visione di lungo periodo necessaria per fare le scelte giuste sul fronte delle tecnologie e sugli investimenti”, ha detto il segretario americano all’Energia, Steven Chu, davanti alla commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato. E’ scattata infatti oggi la tre giorni di audizioni davanti alla commissione presieduta dalla senatrice Barbara Boxer, autrice del provvedimento insieme al collega democratico John Kerry. Difficilmente la Legge sarà approvata in tempo per Copenaghen ma l’auspicio della Casa Bianca e’ che il testo venga licenziato almeno dalla commissione Ambiente e Lavori Pubblici prima del vertice. La legge sul clima prevede un taglio delle emissioni inquinanti del 20% entro il 2020 rispetto ai valori del 2005 e dell’80% rispetto al 2050. Per la Enviromental Protection Agency (Epa), anch’essa ascoltata oggi davanti alla commissione del Senato, la legge sul clima garantirebbe quella “necessaria trasformazione” dell’industria dell’energia entro il 2020 al costo, per le famiglie americane, di appena 30 centesimi al giorno. Una stima che molti senatori repubblicani contestano.

“Sara’ molto, molto più oneroso per i contribuenti”, ha tuonato il senatore James Inhof davanti al panel senatoriale, citando i dati sulla perdita di posti di lavoro e sulla frenata del Pil contenuti in un rapporto del Budget Office del Congresso. Anche per il senatore Max Baucus, che ha un ruolo di primo piano perché guida la commissione Finanze, la tabella di marcia per il taglio delle emissioni si muove troppo velocemente.

Case italiane sprecone come 8 centrali nucleari

Roma, 08 OTT (Velino) – Nelle case italiane si spreca energia pari a quella prodotta da 8 centrali nucleari. E’ quanto e’ emerso dalla relazione di Renato Cremonesi, esperto di sistemi energetici ad alta efficienza, intervenuto oggi a Roma al convegno annuale di Somedia Energetica nella sessione dei lavori dedicata al tema “Vivere, abitare e produrre con le rinnovabili”. Secondo Cremonesi il tema centrale sul quale dovrebbe concentrarsi l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica e’ la riqualificazione energetica degli edifici già esistenti. Un’alternativa pulita e immediatamente percorribile alle fonti nucleari.

“L’efficienza media del sistema edificio-impianto oggi in Italia – ha sottolineato Cremonesi – e’ pari al 45 per cento, il che significa che ogni giorno nelle nostre case sprechiamo più della meta’ dell’energia che consumiamo. La quota di energia che sprechiamo equivale a 17 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) – ha proseguito Cremonesi – la stessa energia che producono 8 centrali nucleari di grandi dimensioni come ad esempio quella di Beznau in Svizzera di 730 MWe”. I dati forniti da Cremonesi nel corso del suo intervento, evidenziano come, in Italia, i consumi di energia primaria (l’energia che serve a mantenere le condizioni di comfort all’interno di un edificio) sono pari a 31.158.240 tep che, a loro volta, si traducono in una bolletta energetica di 32.069.720.871 euro. La fetta maggiore di questa cifra e’ destinata ai consumi termici (66 per cento) mentre la parte restante viene spesa per i consumi elettrici (34 per cento). Cremonesi ha dimostrato che, con pochi interventi come cambio di combustibile, installazione di caldaie a condensazione e installazione di strumenti di termoregolazione e di contabilizzazione, e’ stato possibile diminuire in 1.100 unita’ abitative su base annua del 33 per cento il costo del riscaldamento, del 28 per cento il fabbisogno di energia primaria e del 43 per cento le emissioni di CO2. Le potenzialità di risparmio sono sensibilmente maggiori se si interviene anche sull’involucro edilizio. “Il sistema Italia – ha concluso Cremonesi – pò e deve puntare sull’efficienza energetica, un mercato potenziale da 36 miliardi di euro all’anno e che potrebbe dare lavoro a circa 430.000 persone. Una scelta strategica che gioverebbe sia al potere d’acquisto delle famiglie, grazie al risparmio energetico, che alla qualità di vita dei cittadini, in termini di riduzione di emissioni di CO2”.

PD, mozione: Premier rinunci a Lodo e conflitto istituzionale

(AGI) – Roma, 26 mag. – Attivare il governo affinché la legge 124 del 2008, nota come ‘lodo Alfano’, sia abrogata, visti i problemi che la stessa ha creato nella prima applicazione”.

Sollecitare un confronto “fra la maggioranza e l’opposizione presente in Parlamento” per arrivare a “una riduzione del numero dei parlamentari”. Sono i punti salienti del dispositivo della mozione approvata oggi dal gruppo Pd alla Camera.

È Dario Franceschini ad illustrarne il senso in una conferenza stampa con Finocchiaro e Soro. Il leader Pd sottolinea che non si tratta di una mozione di sfiducia (“sarebbe un boomerang, un regalo per Berlusconi”) e che “non si affrontano vicende personali, non l’abbiamo mai fatto, ma questioni che attengano all’attività del Parlamento”.

Una richiesta viene direttamente indirizzata, dall’atto parlamentare, al presidente del Consiglio: “Per riportare nell’alveo della normalità e della serenità il rapporto tra i diversi organi e poteri costituzionali, e’ necessario che il presidente Berlusconi rinunci alla sospensione dei processi in virtù dell’applicazione del ‘lodo Alfano'”.

In riferimento invece alle parole di Berlusconi sulla riduzione dei parlamentari, la mozione osserva che questo “sul piano del diritto positivo prefigura con riferimento alle dichiarazioni sulla magistratura e sul Parlamento tutti gli elementi per un conflitto di attribuzione per menomazione tra i poteri dello Stato”.

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