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Sull’Ilva dal governo Renzi un decreto su misura dei Riva

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“I Riva e Federacciai dettano e i ministri Guidi e Galletti diligentemente eseguono. Il decreto varato dal governo sull’Ilva certifica che non verrà usato nemmeno un euro dei fondi sequestrati alla  proprietà dell’azienda siderurgica, che per i prossimi due anni l’acciaieria potrà derogare alle prescrizioni ambientali e si è messo il sub commissario alle tematiche ambientali nella condizione di non disturbare il manovratore. Il combinato disposto di tutto ciò è uno schiaffo alla città di Taranto e alle sofferenze dei suoi cittadini”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“Il decreto – aggiungono  – prevede che entro il 30 luglio 2015 sia attuato solo l’80% delle misure ambientali in scadenza a quella data, e dunque in quel rimanente 20% si annida la scappatoia che permetterà all’Ilva di continuare a inquinare, derogando alle prescrizioni più importanti e impattanti. Il governo Renzi si schiera dalla parte dei grandi inquinatori, e ieri, oltre alle indecenti decisioni sull’Ilva , il Consiglio dei Ministri, in  riferimento ai combustibili marittimi usati nelle acque territoriali e nelle zone di protezione ecologica, ha stabilito un limite massimo di tenore di zolfo pari al 3,5%, ben più alto di quello previsto ad esempio nel Mar del Nord e di quello che aveva chiesto la Commissione Ambiente della Camera”.

Il Governo ignora il parere del Parlamento. Rischio default per molte imprese del teleriscaldamento

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“Il decreto legislativo sull’efficienza energetica approvato ieri dal Cdm ignora buona parte delle richieste avanzate dal Parlamento. In particolare nel testo sono rimaste norme gravemente dannose per lo sviluppo  del teleriscaldamento, che invece rappresenta una delle risposte più efficaci per migliorare l’efficienza nell’uso dell’energia”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“Malgrado le prescrizioni di Camera e Senato – continuano Della Seta e Ferrante –  il testo finale approvato dal Governo conferma l’azzeramento del fondo per il teleriscaldamento istituito di recente e in base al quale molte imprese hanno avviato progetti e interventi, senza prevedere che nel nuovo fondo per l’efficienza energetica sia previsto un capitolo destinato a rafforzare le reti del teleriscaldamento in Italia.Il decreto cosi come approvato dimostra una volta di più l’arretratezza delle linee del governo Renzi in materia di politica energetica”.

“Mentre l’Italia avrebbe tutto da guadagnare, sul piano ambientale come su quello economico, da una decisa accelerazione verso l’efficienza energetica e lo sviluppo delle energie rinnovabili, Renzi e il suo ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi sembrano molto più interessati a difendere lo status quo a tutto vantaggio delle industrie dell’energia fossile” – concludono gli esponenti di Green Italia.

Al decreto “taglia bollette” mancano 500 mln, il pasticcio continuo

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“Sulle energie rinnovabili il governo Renzi e in particolare il ministro Guidi si sono scagliati con forza, incuranti delle conseguenze sul settore interno e delle reazioni degli investitori stranieri. Il taglio del 10% delle bollette delle PMI non produrrà nessun beneficio per l’85% delle imprese italiane, e comunque per finanziare questo sconto settoriale mancano all’appello ben 500 milioni di euro, perché i 200 milioni per lo ‘spalmaincentivi’  volontario sono prevedibilmente sovrastimati, ma prendendoli per buoni e anche ammettendo che si ottengano 700 milioni da quello obbligatorio per il fotovoltaico (e non sarà così visti i prevedibili ricorsi vincenti contro la retroattività) manca appunto circa mezzo miliardo per arrivare a 1,5 mld promesso di sconto. Probabilmente i cittadini dovranno finanziare in qualche modo questo buco vista l’inerzia del Ministro Guidi a tagliare incentivi e regalie varie legate alle energie fossili”.Lo dichiarano Francesco Ferrante e Roberto Della Seta di Green Italia.

“Permangono infatti – continuano Della Seta e Ferrante –  fondati dubbi che infatti il ministro voglia incidere sui sussidi agli idrocarburi, perché se sul fotovoltaico si è intervenuti con la decretazione d’urgenza, per quanto riguarda ad esempio l’eliminazione dei sussidi alle centrali ad olio combustibile o la riduzione del trattamento di favore ai cosiddetti ‘interrompibili’ (che ormai non vengono più interrotti), la strada che si intenderebbe seguire è quella soft degli atti di indirizzo all’Autorità per l’Energia, ma quando si trattò di ‘regalargli’ un trattamento di favore si ricorse al provvedimento legislativo. Se l’intento del Governo è effettivamente quello di alleggerire il costo della bolletta le soluzioni ci sono, ad esempio la revisione del mercato dei servizi di dispacciamento, l’intervento sulle convenzioni CIP6 a fonti assimilate che non hanno ancora beneficiato della prevista risoluzione facoltativa, il  trasferimento in bolletta dei vantaggi generati dalle fonti rinnovabili (circa 7-8 miliardi di euro) e  l’introduzione di un sistema fiscale green basato sul principio “Chi inquina paga””, magari finalmente ricorrendo a un’efficace Carbon tax”.

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