mare

Lo stadio della Roma e il collegamento scomparso

roma_stadio

Articolo di Roberto Della Seta e Edoardo Zanchini sul Corriere della Sera –

Abbiamo fatto un bel sogno. Nasceva nella capitale un nuovo stadio tutto della Roma: un impianto moderno, sicuro, energeticamente efficiente, con spazi commerciali collegati. Uno stadio come ce l’hanno i grandi club calcistici europei, interamente pagato dai privati che in cambio di questo buon affare finanziavano le necessarie opere di urbanizzazione a cominciare dalla più importante di tutte: il collegamento con la stazione ferroviaria di Muratella per consentire ai tifosi (noi tra questi), agli sportivi, ai visitatori occasionali e a quelli stabili di raggiungere con i mezzi pubblici su ferro, i più rapidi e i meno inquinanti, questa sorta di “cittadella” romanista.

Nel sogno questo era il progetto presentato dalla Roma al Sindaco e alla stampa, con la garanzia per i romani che in questo caso, come troppo raramente in passato, l’operazione immobiliare sarebbe stata a tutto vantaggio della città: niente cemento in più rispetto alle previsioni del piano regolatore, ma invece un esempio virtuoso di collaborazione reciprocamente conveniente tra interesse pubblico e legittimo business. Read More…

La norma killer del Governo che permette di inquinare impunemente il mare

scarichi-fogne-liquame
“Nel decreto legge 91 emanato nei giorni scorsi dal Governo e ora all’esame del Parlamento è inserita una norma killer che azzera tutti i limiti di legge per i veleni industriali scaricati in mare: dall’arsenico al mercurio, dal piombo ai solventi organici, le soglie verranno stabilite caso per caso, dunque in modo discrezionale così da permettere a questo o quel impianto di inquinare impunemente l’ambiente”.

È quanto denunciano gli esponenti di Green Italia Verdi Europei Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, per i quali “questa norma vìola palesemente le normative europee e esporrà il nostro paese all’ennesima procedura d’ infrazione da parte dell’Europa”.

“Così il Governo Renzi e il ministro Galletti aggiungono –  hanno deciso di imboccare la solita scorciatoia all’italiana: siccome dall’Ilva a Gela, le industrie dei veleni non si mettono in regola con i limiti anti inquinamento, allora invece di costringerle alla legalità si cancellano i limiti”.

 Scroll to top