Posts by: Roberto Della Seta

Che fine ha fatto il Ponte della Musica?

““Che fine ha fatto il Ponte della Musica, che doveva aprire i battenti in questi giorni e il cui cantiere è fermo da mesi? È un’altra vittima del disastro di questi due anni di Giunta Alemanno”.

Lo dichiarano i senatori PD Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che sull’argomento hanno presentato un’interrogazione ai Ministri Bondi e Matteoli: “Proprio in questi giorni – ricordano i due parlamentari romani – avrebbe dovuto essere inaugurato il Ponte della Musica, finanziato con i fondi della Legge per Roma Capitale e che dovrebbe collegare la zona del Foro Italico e dello Stadio con l’Auditorium e il Maxxi. Invece al posto del ponte c’è un cantiere fermo da mesi, che crea notevoli disagi ai cittadini e ha cancellato uno dei tratti più belli e frequentati della pista ciclabile sul Tevere”.

“Ci auguriamo – concludono Della Seta e Ferrante – che il sindaco Alemanno si senta in dovere di rispondere di questo caso lampante di cattivo uso del denaro pubblico, e di spiegare ai romani se e quando i lavori del Ponte della Musica saranno finalmente ultimati”.

L’Ispra potrà prendere soldi dai privati. A rischio i controlli

“A rischio i controlli ambientali che garantiscono la salute dei cittadini. Con il nuovo regolamento all’esame della Commissione Ambiente del Senato, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra) potrà stipulare contratti con le imprese, con la conseguenza di un evidente conflitto di interessi: prenderà soldi da chi poi magari dovrà sottoporre a controllo”. Lo denunciano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che sottolineano come sia “saltato in commissione Ambiente al Senato il voto sul parere al regolamento per difficoltà della maggioranza”.

“Noi – dicono i due senatori ecodem – abbiamo denunciato fin dal principio che la scelta della Destra di istituire l’Ispra è stata profondamente sbagliata perché ha confuso in un unico istituto privo d’identità la fondamentale funzione dei controlli ambientali, che prima era stata affidata all’Apat, e la funzione della ricerca, con l’accorpamento di ben 2 enti come l’Istituto centrale per la ricerca scientifica applicata al mare (Icram) e l’Istituto nazionale della Fauna selvatica (Infs). Il regolamento dell’Ispra ora all’esame della Commissione non solo non risolve questo nodo, ma presenta 3 aspetti che peggiorano la situazione. Per prima cosa riduce ancora di più l’autonomia dell’Ispra dal ministero, quando in tutto il mondo i controlli ambientali vengono svolti da agenzie terze. In secondo luogo estromette le Regioni dalla governance Ispra, non tenendo in alcun conto la preziosa esperienza delle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente che si è affermata in questi anni. Inoltre consente all’Ispra di stipulare contratti di consulenza con i privati, con la conseguenza che l’istituto potrebbe trovarsi a ricevere soldi da aziende in seguito da sottoporre a controlli, con un’evidente conflitto di interessi. In questo modo – concludono Della Seta e Ferrante – non solo si mette a rischio la salute dei cittadini, scopo prioritario dei controlli ambientali, ma non si finanzia la ricerca, come dimostra la protesta sul tetto dei precari dell’Ispra, vicenda sulla quale finora si è solo messa una toppa”.

Indecente la partecipazione delle Università alla Settimana dell’Apartheid israeliano

“È indecente che delle Università pubbliche italiane partecipino alla “‘Israeli Apartheid Week”’, iniziativa che alimenta l’’odio contro lo Stato ebraico””.

È quanto afferma Roberto Della Seta, senatore PD, commentando la partecipazione di tre Università italiane –– Pisa, Bologna e Roma – alla ““Settimana dell’’Apartheid israeliano” in corso in questi giorni, e preannunciando un’’interrogazione al Ministro Gelmini sulla vicenda.

““Invitare al boicottaggio non solo contro lo Stato d’Israele, ma contro le sue istituzioni culturali, come proclama la “Settimana”’, è una posizione che evoca i peggiori fantasmi dell’’antisemitismo e del pregiudizio antiebraico. Se qualche professore universitario o qualche gruppo politico intende prestarsi a questo obbrobrio, è libero naturalmente di farlo assumendosene la responsabilità, ma è inaccettabile che delle Università pubbliche, pagate con i soldi degli italiani, offrano spazio e legittimità a un’iniziativa che punta, tra l’’altro, a boicottare ogni rapporto di scambio e di dialogo con gli atenei israeliani e che con ogni evidenza – conclude Della Seta – rappresenta l’’opposto dei valori di apertura culturale e libero confronto che le istituzioni universitarie pubbliche dovrebbero presidiare”.

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