Posts by: Roberto Della Seta

Povera Italia senza passione verde

L’Italia tra i grandi paesi occidentali è quello dove il movimento ambientalista ha ottenuto la sua vittoria più precoce e una delle più eclatanti: l’’abbandono del nucleare sancito dai referendum del 1987.

Ma è pure l’unico dove l’’ambiente è rimasto ai margini del dibattito pubblico e soprattutto dell’’attenzione dei grandi media e delle forze politiche.

Questo paradosso è il filo conduttore di Passione Verde, un bellissimo libro di Francesca Santolini edito da Marsilio da cui arrivano alcune risposte originali sul perché da noi l’’ambiente, per usare una formula cara a Legambiente, mentre è diventato come dappertutto un «gigante culturale», invece è tuttora un «nano politico».

Per illustrare lo stato di «minorità» che caratterizza da sempre il posto dei temi ambientali nella politica italiana, Santolini parte dalle parole dal con cui nel 2001 Altero Matteoli, allora uno dei colonnelli di AN, commentò la sua ri-nomina a Ministro dell’Ambiente (già lo era stato nel 1994): «È come quando ti nasce una figlia femmina», disse candidamente Matteoli, chiarendo con una sola battuta come la pensava sull’ambiente e sulle femmine.

Ma Santolini non è tenera nemmeno con il centrosinistra e con gli stessi Verdi, di cui pure è un’esponente.

Racconta dell’incapacità dei governi e dei partiti di sinistra di vedere nell’ambiente e nei suoi vari capitoli uno dei grandi temi della modernità su cui ridisegnare l’’idea di progresso, di sviluppo, la stessa identità riformista; della mediocrità di molti dei “leader” verdi del passato, tanto più vistosa e desolante se messa al confronto con la genialità di pionieri italiani dell’ecologismo politico come Alexander Langer o di ecologisti europei da Joscka Fischer a Dany Cohn-Bendit a Cem Özdemir, tedesco di origine turca che oggi è a capo dei Grünen. E racconta soprattutto, in un viaggio ricco e appassionato attraverso le nuove idee dell’ecologia che stanno mettendo radici quasi ovunque nel mondo – dalla democratizzazione energetica avviata in Germania che ha visto nascere decine di migliaia di piccoli impianti alimentati con fonti pulite, ai gruppi di acquisto sempre più diffusi nei paesi anglosassoni che privilegiano scelte di consumo ecologiche –, che l’ambiente per affermarsi come nuovo paradigma politico, oltre che culturale ed economico, ha bisogno di una politica libera dalle incrostazioni ideologiche del Novecento e dalla schiavitù di un meccanismo di selezione dei decisori politici che avviene quasi soltanto per cooptazione.

La Casa Bianca intensifica pressing sul Senato per l’ok alla legge sul clima

(AGI) – Houston, 27 ott. – A poco più di un mese dal vertice mondiale di Copenaghen, si e’ intensificato il pressing della Casa Bianca sul Senato Usa affinché dia il via libera alla legge sul clima. “Fissando un tetto sulle emissioni si riuscirebbe a dare all’industria dell’energia quella visione di lungo periodo necessaria per fare le scelte giuste sul fronte delle tecnologie e sugli investimenti”, ha detto il segretario americano all’Energia, Steven Chu, davanti alla commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato. E’ scattata infatti oggi la tre giorni di audizioni davanti alla commissione presieduta dalla senatrice Barbara Boxer, autrice del provvedimento insieme al collega democratico John Kerry. Difficilmente la Legge sarà approvata in tempo per Copenaghen ma l’auspicio della Casa Bianca e’ che il testo venga licenziato almeno dalla commissione Ambiente e Lavori Pubblici prima del vertice. La legge sul clima prevede un taglio delle emissioni inquinanti del 20% entro il 2020 rispetto ai valori del 2005 e dell’80% rispetto al 2050. Per la Enviromental Protection Agency (Epa), anch’essa ascoltata oggi davanti alla commissione del Senato, la legge sul clima garantirebbe quella “necessaria trasformazione” dell’industria dell’energia entro il 2020 al costo, per le famiglie americane, di appena 30 centesimi al giorno. Una stima che molti senatori repubblicani contestano.

“Sara’ molto, molto più oneroso per i contribuenti”, ha tuonato il senatore James Inhof davanti al panel senatoriale, citando i dati sulla perdita di posti di lavoro e sulla frenata del Pil contenuti in un rapporto del Budget Office del Congresso. Anche per il senatore Max Baucus, che ha un ruolo di primo piano perché guida la commissione Finanze, la tabella di marcia per il taglio delle emissioni si muove troppo velocemente.

Case italiane sprecone come 8 centrali nucleari

Roma, 08 OTT (Velino) – Nelle case italiane si spreca energia pari a quella prodotta da 8 centrali nucleari. E’ quanto e’ emerso dalla relazione di Renato Cremonesi, esperto di sistemi energetici ad alta efficienza, intervenuto oggi a Roma al convegno annuale di Somedia Energetica nella sessione dei lavori dedicata al tema “Vivere, abitare e produrre con le rinnovabili”. Secondo Cremonesi il tema centrale sul quale dovrebbe concentrarsi l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica e’ la riqualificazione energetica degli edifici già esistenti. Un’alternativa pulita e immediatamente percorribile alle fonti nucleari.

“L’efficienza media del sistema edificio-impianto oggi in Italia – ha sottolineato Cremonesi – e’ pari al 45 per cento, il che significa che ogni giorno nelle nostre case sprechiamo più della meta’ dell’energia che consumiamo. La quota di energia che sprechiamo equivale a 17 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) – ha proseguito Cremonesi – la stessa energia che producono 8 centrali nucleari di grandi dimensioni come ad esempio quella di Beznau in Svizzera di 730 MWe”. I dati forniti da Cremonesi nel corso del suo intervento, evidenziano come, in Italia, i consumi di energia primaria (l’energia che serve a mantenere le condizioni di comfort all’interno di un edificio) sono pari a 31.158.240 tep che, a loro volta, si traducono in una bolletta energetica di 32.069.720.871 euro. La fetta maggiore di questa cifra e’ destinata ai consumi termici (66 per cento) mentre la parte restante viene spesa per i consumi elettrici (34 per cento). Cremonesi ha dimostrato che, con pochi interventi come cambio di combustibile, installazione di caldaie a condensazione e installazione di strumenti di termoregolazione e di contabilizzazione, e’ stato possibile diminuire in 1.100 unita’ abitative su base annua del 33 per cento il costo del riscaldamento, del 28 per cento il fabbisogno di energia primaria e del 43 per cento le emissioni di CO2. Le potenzialità di risparmio sono sensibilmente maggiori se si interviene anche sull’involucro edilizio. “Il sistema Italia – ha concluso Cremonesi – pò e deve puntare sull’efficienza energetica, un mercato potenziale da 36 miliardi di euro all’anno e che potrebbe dare lavoro a circa 430.000 persone. Una scelta strategica che gioverebbe sia al potere d’acquisto delle famiglie, grazie al risparmio energetico, che alla qualità di vita dei cittadini, in termini di riduzione di emissioni di CO2”.

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