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Basta sociologia d’accatto, il calcio c’entra eccome

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Articolo su Huffington Post

E’ colpa della società violenta. E’ colpa della crisi economica che incattivisce. E’ colpa dell’informazione urlata. Magari è colpa della famiglia che non educa bene. L’incredibile sceneggiata di ieri sera all’Olimpico, culminata nella processione di giocatori, funzionari di polizia, responsabili sportivi verso la curva del Napoli per “strappare” a Genny ‘a Carogna il definitivo “ok si giochi”, ha dato l’occasione per l’abituale tripudio di luoghi comuni a sfondo sociologico.

A ripeterli ossessivamente gli stessi telecronisti Rai, preoccupati di sottolineare ogni momento che “quello che è successo non c’entra col calcio”. Invece col calcio c’entra, eccome.
L’Italia non è un Paese più violento della Spagna, o dell’Inghilterra, o degli Stati Uniti. E quanto a violenza diffusa, i paragoni letti sui giornali con il Sudamerica fanno letteralmente ridere.

No, il problema è esattamente nel nostro calcio professionistico, questo sì peggiore di tutti gli altri. Un sistema in mano a personaggi spesso mediocri e impresentabili, a società che hanno rapporti quotidiani con i loro “ultrà”: consenso a questo o quel presidente in cambio di “benefit”. E un sistema, anche questa è una stupidaggine da sfatare, che non è marcio perché “muove” troppi quattrini: nel calcio spagnolo e inglese o nello sport professionistico americano ne girano anche di più ma senza i nostri “effetti collaterali”. Read More…

“Doping” elettorale: caro Pannella avevi ragione tu

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Articolo su Huffington Post

Dobbiamo chiedere scusa a Marco Pannella e ai radicaliQuando per anni strillavano, digiunavano, si incatenavano contro la Rai che negava loro pari dignità nell’accesso agli spazi informativi durante le campagne elettorali, anche noi come molti altri, pure d’accordo con molte delle battaglie che conducevano, li prendevamo per matti e per esaltati.

Invece avevano ragione loro. Il primo problema della democrazia italiana è che quando si vota il sistema dell’informazione radiotelevisiva, a cominciare dal servizio pubblico Rai, calpesta sistematicamente uno dei princìpi cardine di ogni sistema democratico: il diritto di tutti quelli che concorrono per ottenere il consenso degli elettori a informare i cittadini sul fatto che ci sono, su chi sono, su cosa propongono.

Ce ne accorgiamo solo adesso – questa è certamente una nostra colpa – perché solo adesso ci troviamo tra le “vittime”. Concorriamo nelle elezioni europee con una lista – “Green Italia Verdi Europei” – che rappresenta in Italia il quarto partito per numero di deputati del Parlamento europeo. Ma la Rai ci ignora. Read More…

Malgrado Alfano, alle Europee la lista “Green Italia Verdi Europei” ci sarà

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Articolo su Huffington Post

Malgrado Alfano, malgrado il suo brutto vizio ricorrente di ignorare da ministro le leggi della Repubblica, la lista “Green Italia Verdi Europei” – che abbiamo promosso insieme a tanti altri ecologisti italiani – parteciperà alla elezioni europee del 25 maggio.

Perché malgrado Alfano? Perché Angelino c’è cascato di nuovo. Ministro dell’Interno negli ultimi due governi – Letta e Renzi -, in entrambe le occasioni ha mostrato di avere un rapporto difficile con le leggi.

La prima volta successe a maggio dell’anno scorso quando scoppiò il caso di Alma e Aula Shalabayeva, moglie e figlia di un esule kazako nemico del dittatore Nazarbayev, rifugiatesi in Italia e consegnate dalla polizia italiana – in violazione di tutte le norme italiane ed europee sul diritto di asilo – a emissari dello stesso Nazarbayev. Angelino disse che non sapeva, Letta lo difese e lui rimase al suo posto.

Replica pochi mesi dopo all’indomani della tragedia di Lampedusa che nell’ottobre scorso vide il naufragio di un barcone pieno zeppo di migranti e la morte di centinaia di persone: invece di sostenere con mezzi uomini, come dettato dal diritto umanitario e dalla decenza, lo straordinario sforzo di accoglienza guidato dal sindaco dell’isola Giusi Nicolini per dare ospitalità e conforto ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime, Alfano organizzò ad Agrigento, a pochi metri dalla sua villa, i finti funerali dei morti di Lampedusa: macabro spot propagandistico reso ancora più intollerabile dalla presenza dell’ambasciatore eritreo in Italia, rappresentante del regime da cui fuggiva la grande maggioranza dei migranti affogati. Read More…

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