Posts by: Roberto Della Seta

Il governo italiano intervenga in Egitto per la liberazione del blogger Alaa Abd el-Fattah

Egyptian activists jailed over illegal protest

Articolo su Huffington Post –

Abbasso il regime militare!”. Così gridarono circa due anni fa in aula di tribunale del Cairo il blogger egiziano Alaa Abd El-Fattah e altri 24 attivisti appena condannati per avere violato la legge che vieta ogni protesta, voluta dal governo insediatosi dopo il colpo di stato del 3 luglio 2013. Alaa è stato condannato a 5 anni di prigione. Il suo “reato” è avere partecipato a una manifestazione non autorizzata nel novembre del 2013. Pochi mesi dopo e con la stessa accusa, sua sorella minore è stata condannata a tre anni di prigione.

Alaa da anni si batte per la democrazia in Egitto. Specialista informatico, attivista e blogger, nel 2006 era stato incarcerato per la prima volta dopo una manifestazione contro il regime di Hosni Mubarak in cui si chiedeva più indipendenza della magistratura egiziana. Cresciuto professionalmente in una ONG italiana (COSPE), vincitore di una borsa di studio dell’ENEA, Alaa insieme alla moglie Manal Hassan ha creato la piattaforma Manalaa che ha consentito la libera espressione di tante voci di dissenso negli anni dell’opposizione a Mubarak, negli scioperi del 2008 ed infine con il movimento del 2011.

Per ottenere la liberazione di Alaa e dei suoi compagni, un gruppo di ricercatori e operatori della cooperazione italiani ((tra questi Stefano Gazziano, Carlo Volpi, Maria Donata Rinaldi, Federica Fedeli) ha promosso una petizione (http://www.ipetitions.com/petition/petizione-per-la-liberazione-di-alaa-abdel-fattah) rivolta al ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, affinché il governo italiano si attivi presso quello egiziano per tentare di arrivare rapidamente alla liberazione di Alaa Abd El-Fattah e degli altri blogger e attivisti democratici che attualmente sono detenuti per reati di opinione.

Tra gli altri hanno già sottoscritto la petizione Giovanna Melandri, Chicco Testa, Ermete Realacci, Gianni Mattioli, il presidente del COSPE Fabio Laurenzi, il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. La libertà d’espressione e di stampa è un valore universale: il governo italiano, che collabora con il regime egiziano sia nel campo dello sviluppo economico che nella lotta al terrorismo, deve porre questo come uno dei temi di dialogo nei suoi rapporti bilaterali con l’Egitto. Anche perché un Egitto più democratico, dove i diritti umani fondamentali non siano sistematicamente calpestati, sarebbe un importante fattore si stabilità geopolitica per tutto il mondo islamico.

 

Roberto Della Seta

Francesco Ferrante

Ecoreati, il governo blocca la nuova legge su ordine di Confindustria

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Articolo con Francesco Ferrante su Greenreport – 

Sembrava fatta: dopo 20 anni di attesa da parte delle associazioni impegnate sul fronte dell’ambiente e della legalità, da Legambiente a Libera, dopo 20 anni di colpevole e talvolta dolosa latitanza da parte della politica, sembrava che la legge per introdurre i reati ambientali nel codice penale fosse cosa fatta.

Invece in extremis hanno avuto ancora la meglio i nemici di questa norma di banale buonsenso peraltro raccomandata dall’Europa, capitanati da Confindustria. Nell’aula della Camera il disegno di legge è stato modificato con il consenso e anzi su richiesta del governo, dunque dovrà passare di nuovo dal Senato.

Il motivo di questo ennesimo stop è del tutto pretestuoso: togliere dal testo un articolo aggiuntivo, inserito su proposta di Forza Italia, che vieta l’utilizzo dell’air gun, tecnologia impiegata nelle prospezioni petrolifere che “spara” aria compressa per scandagliare i fondali marini. Motivo pretestuoso e anche sospetto: perché la norma che proibisce l’air gun è frutto di un emendamento proposto da Forza Italia e di cui ora la stessa Forza Italia ha votato la cancellazione, quasi a disseminare volutamente di ostacoli il cammino dell’intero provvedimento; e perché se l’obiettivo del governo era soltanto eliminare questo articolo aggiunto bastava disporne la soppressione nel primo decreto utile dopo la pubblicazione della nuova legge sulla Gazzetta Ufficiale.

La verità è che la legge sugli ecoreati ha moltissimi e potenti nemici. In particolare Confindustria la osteggia da sempre, preferendo difendere chi fa profitto calpestando la legalità e la salute dei cittadini piuttosto che migliaia di imprenditori onesti vittime della concorrenza sleale di ecomafiosi e inquinatori incalliti. Read More…

L’unica alternativa di sinistra al Partito della Nazione di Renzi è fuori dal Pd

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Articolo su Huffington Post –

Non ce la facciamo. Non ci piace la legge elettorale imposta da Matteo Renzi, non ci piace il merito di buona parte delle sue politiche e non ci piace nemmeno il suo stile “bullista” (che peraltro, bisogna ammetterlo e magari cominciare a ragionarci, è tra le ragioni principali del suo successo), però non ce la facciamo a considerare un’alternativa credibile e convincente al “Partito di Renzi” questa schiera di notabili – da D’Alema a Bersani, da Epifani a Bindi, fino ai più giovani (anagraficamente) Cuperlo e Speranza – che ora si ribellano alla furia plebiscitaria del renzismo.

Non ce la facciamo perché in politica le biografie, molto più dell’anagrafe, contano, e nel curriculum vitae di questi novelli “indignados” non vi è traccia di pensieri e comportamenti che assomiglino anche solo da lontano a ciò che per noi dovrebbe essere una sinistra degli anni 2000 vera e credibile.
Strillano contro le riforme istituzionali approvate a colpi di maggioranza, ma nel 2001 sono stati i primi a fare così, cambiando – in peggio – il titolo V della Costituzione.

Strillano perché Matteo Renzi tradisce l’ispirazione di sinistra dell’elettorato Pd, ma non hanno mai provato, quando la sinistra italiana erano loro, a costruire sulle macerie del post-Pci una sinistra “contemporanea” capace di restare se stessa e però di rinnovarsi in profondità – dalle politiche economiche, ai diritti civili, all’ambiente, alla rappresentanza di milioni di esclusi dalle tutele sociali – , di superare il tanto di obsoleto del socialismo e del sindacalismo novecenteschi.

Strillano contro il neoliberismo del “Jobs act”, ma per due decenni hanno pienamente partecipato alla bancarotta politica e culturale di una sinistra europea sempre più “embedded”. Vi è un’immagine che descrive alla perfezione questo “scivolamento”, è la foto di gruppo dei leader che parteciparono al vertice del G8 nel giugno 1999 a Colonia: tutti politici di centrosinistra a partire dal succitato D’Alema, primattori di quella “sinistra di governo” rimasta totalmente e volutamente estranea alle domande di cambiamento – lotta allo strapotere della finanza, diritti, ambiente, beni comuni – che in quegli stessi anni segnavano la stagione dei movimenti altermondialisti. Read More…

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