Economia

Della Seta: necessario nazionalizzare l’Ilva

ilva

Articolo di Mimmo Mazza su “La Gazzetta del Mezzogiorno” – Propone la nazionalizzazione dell’Ilva per assicurarne la bonifica e scongiurarne l’altrimenti certa chiusura; chiede al governo di farla finita con la decretazione d’urgenza per lo stabilimento siderurgico di Taranto; attacca duramente il Pd, e in particolare l’ex segretario Pierluigi Bersani e l’ex parlamentare Ludovico Vico per i loro rapporti ambigui con la famiglia Riva.

Roberto Della Seta, senatore proprio del Partito democratico sino alle elezioni del febbraio scorso e già presidente nazionale di Legambiente, chiama la Gazzetta per replicare all’intervista a Ludovico Vico pubblicata nell’edizione di lunedì.

“Vico ha parlato dell’episodio che mi riguarda direttamente, ovvero del tono e dei termini da lui utilizzati parlando al telefono con Archinà, l’uomo della famiglia Riva. Trovo sconcertante – dice Della Seta – che Vico riduca a un problema di parole dal sen sfuggite, espressioni che al telefono sostiene possano giustificarsi. Ma il punto non sono le parole offensive contro di me, il punto è che dalle e da tanti altri fatti emerge un rapporto di totale dipendenza, non solo di Vico, ma di larga parte della politica, locale e non solo, con i proprietari dell’Ilva”.

CONTINUA A LEGGERE SULLE PAGINE DEL GIORNALE 6dic13_gaz_mez

Al posto della svendita delle spiagge, il mega condono

sdraio-e-ombrellone

“Sulle spiagge, il governo cambia strada: non c’è più la vendita delle superfici occupate dagli stabilimenti balneari, ma in compenso in un emendamento dei relatori concordato col governo si prevede un mega condono per tutti i titolari di concessioni che non hanno pagato in tutto o in parte le somme dovute allo stato. È una scelta due volte sbagliata: perché procura un danno all’erario e dunque a tutti i contribuenti,  e perché manda l’ennesimo segnale di perdono verso gli evasori”.

Lo dichiara Roberto Della Seta, esponente di Green Italia.

“Non è riuscito il colpo di mano con la svendita delle spiagge, ma – continua Della Seta –  si profila un regalo vergognoso a vantaggio di pochi: pagando solo il 30% di quanto dovuto il titolare di concessione in debito con lo Stato sanerebbe totalmente la sua posizione. E’ il caso di ricordare che negli ultimi anni lo Stato ha incassato circa 90 milioni di euro all’anno dalle concessioni balneari, e che i canoni per le aree scoperte ammontano a 1,27 euro centesimo metro/q all’anno e per quelle dove insistono attività 2,12 euro metro/q all’anno, ovvero uno stabilimento balneare di 2000 metri quadri è tenuto a pagare all’incirca 3400 euro all’anno”.

“Infine – conclude Della Seta –   va sottolineato che questo condono balneare è uno schiaffo a tutte le imprese oneste che hanno pagato quanto dovuto e che si trovano costrette a subire la concorrenza sleale di chi invece ha evaso”.

Alluvione sarda: le lacrime di coccodrillo e le larghe intese

alluvione

Articolo su Huffington Post

L’alluvione in Sardegna, più esattamente le sue tragiche conseguenze, hanno tanto a che fare con le larghe intese. Non dite “che c’entra?”, perché c’entra eccome. Le larghe, larghissime intese contro il territorio sono quelle della politica di destra e di sinistra e anche di buona parte della stampa: di tutti coloro, insomma, che oggi versano lacrime di coccodrillo per i morti di Olbia, di Arzachena, di Torpé, di Uras, che fino a ieri tagliavano i fondi per prevenire o limitare i danni di queste emergenze, che da domani, temiamo, ricominceranno a ignorare (i media, tranne rare mosche bianche da Giovanni Valentini a Gian Antonio Stella a Ferruccio Sansa) o a favorire (la politica bipartisan) il totale dissesto del suolo italiano aspettando la prossima “Sardegna”.

Questo film già visto infinite volte è così sempre uguale a se stesso da far suonare rituali, quasi accademiche anche le parole di chi – qualche politica e giornalista “atipico”, geologi e meteorologi, noi ecologisti – non ha mai smesso di denunciare l’Italia colabrodo.

Malgrado tutto però noi insistiamo, cominciando da alcuni numeri. E’ vero: in poche ore sull’Ogliastra e sul Nuorese è caduta tanta pioggia quanta in genere ne arriva in un anno: più o meno 400 millimetri. Ma non è la prima volta che succede. Come ha ricordato il meteorologo Luca Mercalli, soltanto negli ultimi dieci anni è capitato in altre due occasioni, 2008 e 2004; andò ancora peggio nell’ottobre 1951: in 4 giorni caddero sull’Ogliastra 1400 millimetri d’acqua.

Dunque il nubifragio di lunedì è stato sì un fenomeno eccezionale, probabilmente inasprito dai cambiamenti climatici globali che stanno investendo il Mediterraneo. Ma non è stato un fenomeno inedito.
Che si può fare per minimizzare i danni di eventi come questo? Si può, si deve rendere più efficace il “pronto soccorso” della protezione civile, che oggi funziona bene nel suo snodo centrale di allertamento e coordinamento ma troppo spesso perde rapidità ed efficienza quanto più ci si allontana da Roma e ci si avvicina ai luoghi fisici, concreti dove c’è da gestire un’emergenza improvvisa e grave. Read More…

1 9 10 11 12 13 17  Scroll to top