Economia

Al decreto “taglia bollette” mancano 500 mln, il pasticcio continuo

fotovoltaico_futuro

“Sulle energie rinnovabili il governo Renzi e in particolare il ministro Guidi si sono scagliati con forza, incuranti delle conseguenze sul settore interno e delle reazioni degli investitori stranieri. Il taglio del 10% delle bollette delle PMI non produrrà nessun beneficio per l’85% delle imprese italiane, e comunque per finanziare questo sconto settoriale mancano all’appello ben 500 milioni di euro, perché i 200 milioni per lo ‘spalmaincentivi’  volontario sono prevedibilmente sovrastimati, ma prendendoli per buoni e anche ammettendo che si ottengano 700 milioni da quello obbligatorio per il fotovoltaico (e non sarà così visti i prevedibili ricorsi vincenti contro la retroattività) manca appunto circa mezzo miliardo per arrivare a 1,5 mld promesso di sconto. Probabilmente i cittadini dovranno finanziare in qualche modo questo buco vista l’inerzia del Ministro Guidi a tagliare incentivi e regalie varie legate alle energie fossili”.Lo dichiarano Francesco Ferrante e Roberto Della Seta di Green Italia.

“Permangono infatti – continuano Della Seta e Ferrante –  fondati dubbi che infatti il ministro voglia incidere sui sussidi agli idrocarburi, perché se sul fotovoltaico si è intervenuti con la decretazione d’urgenza, per quanto riguarda ad esempio l’eliminazione dei sussidi alle centrali ad olio combustibile o la riduzione del trattamento di favore ai cosiddetti ‘interrompibili’ (che ormai non vengono più interrotti), la strada che si intenderebbe seguire è quella soft degli atti di indirizzo all’Autorità per l’Energia, ma quando si trattò di ‘regalargli’ un trattamento di favore si ricorse al provvedimento legislativo. Se l’intento del Governo è effettivamente quello di alleggerire il costo della bolletta le soluzioni ci sono, ad esempio la revisione del mercato dei servizi di dispacciamento, l’intervento sulle convenzioni CIP6 a fonti assimilate che non hanno ancora beneficiato della prevista risoluzione facoltativa, il  trasferimento in bolletta dei vantaggi generati dalle fonti rinnovabili (circa 7-8 miliardi di euro) e  l’introduzione di un sistema fiscale green basato sul principio “Chi inquina paga””, magari finalmente ricorrendo a un’efficace Carbon tax”.

Renzi cambia verso: su ambiente ed energia il tuo governo è peggio di Monti e Letta

letta-monti

Articolo su Huffington Post – 

Matteo Renzi: per favore cambia verso! Su energia e ambiente il bilancio di questi primi mesi dell’era Renzi è desolante, un impasto indigesto di spirito conservatore e palesi conflitti d’interesse. E poiché non si tratta di questioni di dettaglio, ma di temi che in tutta Europa segnano un discrimine importante tra visioni conservatrici e politiche che guardano al futuro, serve al più presto un’inversione di tendenza o l’ansia riformatrice esibita tutti i gironi dal presidente del consiglio si dimostrerà niente di più che un effetto speciale.

Diceva Agatha Christie che un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre sono una prova. Ecco tre indizi vistosi della vocazione molto più “grey” che “green” del governo Renzi.

Primo indizio: la vicenda dell’Ilva di Taranto. In confronto alle scelte di Renzi, Monti e Letta erano due rivoluzionari. La sostituzione del vecchio commissario Enrico Bondi con Piero Gnudi, uomo di stretta fiducia del padre della ministra dello sviluppo Guidi e di Confindustria, significa una cosa sola: la vittoria dei Riva, diretti responsabili di vent’anni di veleni industriali a Taranto, e di chi pensa che un piano rigoroso di risanamento ambientale degli impianti e di bonifica del sito (il piano cui pure con ritardi e incertezze stavano lavorando Bondi e Ronchi) sia troppo costoso, e che invece di costringere i Riva a finanziarlo sia molto meglio trovare qualche nuovo socio privato riducendo gli investimenti ambientali e, con ogni probabilità, riducendo anche l’occupazione. Come si sa, anche a Taranto c’è una discussione aspra sulla possibilità o meno di “ambientalizzare” l’Ilva: certo la nomina di Gnudi dà parecchi argomenti in più a chi sostiene che rendere l’Ilva compatibile con la salute dei tarantini sia ormai impossibile. Read More…

Il Governo fa lo “sconticino” sulle bollette stritolando il settore delle rinnovabili

luce_tariffe

“Lo ‘sconticino’ del 10% sulla bolletta elettrica annunciato dal premier Renzi e dal ministro Guidi per le piccole e medie imprese equivale a un intervento che pesa per l’1 x 1000 del totale dei ricavi, ma lo si vuole ottenere stritolando economicamente il settore delle rinnovabili, composto proprio da migliaia di PMI.
Chi ci guadagnerà con questo provvedimento sarà l’energia fossile, che continua a godere di insopportabili sostegni diretti e indiretti, mentre chi ha deciso di fare impresa puntando su innovazione ed energia pulita vede il terreno franare sotto i piedi”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.

“Il ministro Guidi – continuano gli esponenti ecologisti – si è messa nella scia dei suoi predecessori al Ministero dello Sviluppo economico, che hanno sostanzialmente assunto la guida di un Ministero dell’Energia Fossile, con l’obiettivo di far credere che i nostri mari possano essere come il Mar del Nord, quando gli stessi dati in mano al Mise ci dicono che gli idrocarburi in Italia sono relativamente pochi e non attiverebbero nessun grande ciclo economico,al contrario di quanto ha fatto il settore delle rinnovabili negli ultimi anni.
E’ impensabile pensare di voler attrarre in Italia risorse dall’estero, ovvero i grandi fondi di investimento evocati ogni giorno, se si colpisce un settore con misure retroattive che tolgono ogni certezza, e che scatenerebbero valanghe di ricorsi”.“Se questo è il cambiamento di verso del Governo, si tratta solo di una marcia indietro brusca e pericolosa” – concludono Della Seta e Ferrante.

1 5 6 7 8 9 17  Scroll to top