Politica

“Sui rifiuti solo promesse, servono verità e coraggio” – Corriere della Sera

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L’edizione romana del Corriere della Sera ospita un mio intervento ( qui l’articolo in pagina corsera_roma ) scritto con Francesco Ferrante sullo spinoso argomento dei rifiuti a Roma e su come la nuova amministrazione di centrosinistra stia affrontando l’emergenza.

Occhio non vede cuore non duole. Si può battezzare così la via scelta dal l’amministrazione capitolina per fronteggiare il problema rifiuti. Insomma: anziché “rifiuti zero”, come nello slogan di chi ritiene possibile recuperare, riusare, riciclare tutta la spazzatura che produciamo in città, “rifiuti altrove”.

Il primo a indicare questa strada è stato due anni fa il sindaco di Napoli De Magistris, che dopo aver promesso una vera rivoluzione nella gestione dei rifiuti – raccolta differenziata in sei mesi al 70%, nemmeno un chilo di spazzatura negli inceneritori -, ora con la raccolta differenziata ferma al palo spedisce la “monnezza” napoletana a bruciare a Rotterdam. L’esempio partenopeo, così pare, sta facendo scuola anche nella capitale. Chiusa Malagrotta, i rifiuti romani non differenziati (oltre 3 mila tonnellate al giorno) vengono spediti a centinaia di chilometri da dove sono stati prodotti: in Piemonte, in Emilia, in Lombardia, prossimamente anche all’estero. Read More…

Da Alitalia a Ilva, da Bersani a Colaninno Jr: quei rapporti opachi tra Pd e mondo degli “affari”

ALITALIA:CORSA EVITARE 600 ESUBERI,VERSO ACCORDO SOLIDARIETA'

Articolo di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante su Huffington Post

Il Pd ha un problema. Più esattamente: ne ha tanti, ma uno in particolare che è proprio tutto suo, costitutivo, non dipende né dall’azzardo delle larghe intese né dalle imboscate di Berlusconi e neppure dall’aspra dialettica congressuale. È un problema che condivide con altri, ma nel suo caso è particolarmente ingombrante vista l’ambizione, del Pd medesimo, di proporsi come forza centrale per un cambiamento radicale e virtuoso.

Questo problema in più nasce da un rapporto vischioso, talvolta decisamente opaco con la sfera degli interessi economici.

Il punto, sia chiaro, non è che il Pd intrattiene relazioni con il mondo dell’impresa e anche con singoli imprenditori: sarebbe una follia se non lo facesse, poiché le necessità e le richieste delle imprese sono parte decisiva di ogni progetto plausibile di governo dell’Italia.

No, la faccenda è diversa: è che talvolta, abbastanza spesso, questi legami paiono ispirati da logiche inconfessabili, cioè fanno sorgere il dubbio che sulle posizioni e sulle scelte del Pd la convenienza privata di questo o di quell’interesse “costituito” pesi di più di una considerazione, per quanto opinabile, dell’interesse generale.

Meglio di tanti scandali che vedono accusati di corruzione esponenti del Pd – da Penati, a Del Turco, a Lorenzetti, fino alle ricorrenti indagini che coinvolgono dirigenti del Pd siciliano -, meglio persino di quel monumento agli intrecci impropri tra sinistra politica e sistema bancario che si chiama Monte dei Paschi, due altri esempi, sebbene irrilevanti sul piano giudiziario, aiutano a chiarire ciò che intendiamo. Read More…

Chi ha inventato i “respingimenti in mare” non ha titolo per attaccare l’Europa

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Articolo di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante su Huffington Post

“Riportare gli immigrati in Libia senza esaminare i loro casi, li ha esposti al rischio di maltrattamenti ed è equivalso ad una espulsione collettiva (…). I ricorrenti sono stati esposti al rischio di maltrattamenti in Libia e di rimpatrio in Somalia ed Eritrea”. Questi alcuni brani della sentenza del febbraio 2012 con cui la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per la pratica dei respingimenti in mare, contestando al nostro Paese la violazione di due articoli della Convenzione europea per i diritti dell’uomo: dell’articolo 3, che proibisce trattamenti inumani e degradanti, e dell’articolo 4, relativo al divieto delle espulsioni collettive.

Febbraio 2012. Presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi, Angelino Alfano era segretario del Pdl ma fino a pochi mesi prima era stato Ministro della Giustizia.

Ecco: se c’è qualcuno che non ha titolo, né politico né morale, per accusare l’Europa di inerzia e di irresponsabilità davanti al dramma di migliaia di africani (non meno di 20 mila) che per fuggire dalle guerre e dalle persecuzioni hanno trovato la morte nel Mediterraneo, questo è Angelino Alfano, per anni uno dei teorici e dei diretti ispiratori – Pdl e Lega in perfetta combutta – della pratica, oggettivamente criminale, dei respingimenti in mare. Read More…

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