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Le norme salva-Riva riciclate come emendamento del Governo a un decreto in approvazione al Senato. Napolitano intervenga

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“Non bastava il decreto salva-Riva, confezionato dal Governo per consentire all’Ilva di Taranto di continuare a produrre senza bisogno di rispettare integralmente le prescrizioni per la messa in sicurezza ambientale e sanitaria dell’impianto. Preoccupato dalla ristrettezza dei tempi parlamentari, l’esecutivo ha riciclato questo stesso testo (d.l. 100) trasformandolo in un emendamento (il 22.0.500 ) al decreto legge 91 che tratta materie completamente diverse e che sta per essere approvato dal Senato. Questa è una vera truffa, e ci auguriamo che il Quirinale, che da tempo ammonisce sui troppi decreti legge utilizzati come provvedimenti omnibus, dica in questo caso una parola di chiarezza”.

Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“Il decreto salva-Riva è inaccettabile nel merito, perché – continuano Della Seta e Ferrante –  antepone le convenienze  dei padroni dell’Ilva all’interesse pubblico dei cittadini di Taranto da decenni avvelenati impunemente. Impedire ora al Parlamento ora di discuterlo e modificarlo è un atto antidemocratico ed è l’ennesima conferma che questo governo considera il diritto ad un ambiente sano e pulito poco più che una barzelletta”.

Green Italia a Napolitano: Vada a Lampedusa, è lì che oggi si difende la Costituzione

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“Il Presidente Napolitano faccia come Papa Francesco e vada subito a Lampedusa: per testimoniare il dolore dell’Italia per questa strage di innocenti, per dare solidarietà al sindaco Nicolini lasciata sola a fronteggiare un’immensa e continua emergenza umanitaria, per contrapporre dignità e umanità alle dichiarazioni miserabili ascoltate in queste ore da esponenti anche autorevoli della Lega. Napolitano è il supremo garante della Costituzione, e oggi la Costituzione si difende a Lampedusa”.

E’ quanto dichiarano Roberto Della Seta, Francesco Ferrante e Fabio Granata di “Green Italia”, che aggiungono: “La fuga di moltitudini di migranti dall’Africa verso le nostre coste non è colpa della politica italiana né di quella europea. Lo è, invece, il modo distratto e spesso irresponsabile in cui questo fenomeno è stato trattato, oscillando tra il disinteresse, le illusioni securitarie e comportamenti oggettivamente criminali com’erano i cosiddetti respingimenti in mare. I numeri della cosiddetta ‘invasione’ di migranti sono di per sé del tutto gestibili da un grande Paese come l’Italia, basta non pretendere che a gestirli sia da sola una comunità di poche centinaia di persone. Quanto al Capo dello Stato, tocca a lui adesso compiere un gesto almeno simbolico di riparazione e di consapevolezza”.

Ma prima di Berlusconi non c’era l’età dell’oro

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Articolo su Huffington Post

Le giornate di venerdì e sabato scorsi hanno segnato due delle tappe più significative e anche più “alte” nel lungo cammino presidenziale di Giorgio Napolitano.

Prima la visita al carcere di Poggioreale: con la scelta inusuale di parlare da Capo dello Stato davanti a un pubblico di detenuti, con il coraggio di pronunciare parole di verità sulla vergogna delle condizioni subumane di vita nelle prigioni italiane e parole di saggezza sull’urgenza di atti straordinari come un’amnistia perché tale vergogna sia almeno tamponata.

Viene inevitabilmente in testa un paragone: con il discorso tenuto da papa Wojityla davanti alle Camere riunite – era il 2002 – nel quale il pontefice invocò dai legislatori un atto che riportasse legalità e dignità nell’universo carcerario.

Poi, sabato a Milano, l’intervento emozionato al convegno in ricordo del suo amico Luigi Spaventa.

Nell’occasione Napolitano ha contrapposto la stagione politica odierna, caratterizzata dallo “smarrimento di ogni nozione di confronto civile e di ogni costume di rispetto istituzionale e personale”, agli anni per l’appunto in cui Spaventa fu parlamentare e ministro: anni di divisioni politiche non meno aspre di quelle attuali ma nei quali quest’asprezza era temperata dalla presenza su tutti i fronti di uomini come Spaventa animati da una forte nozione del bene comune.

Lucia Annunziata ha sintetizzato con efficacia su L’Huffington Post il retroterra logico di tale visione: a dominare questo come altri analoghi ammonimenti di Napolitano, così Annunziata, è la preoccupazione “che il presente si muova sull’orlo del caos e che solo una riconnessione con le regole del passato, e la guida di un gruppo di uomini eccelsi, possono salvarci da questo caos”. Read More…

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